Cara amica, ti starai chiedendo perché ti racconti di una mostra in una fonderia artistica a Pietrasanta mentre la Versilia si trova in zona rossa.
Forse la tua vita è diventata un percorso a ostacoli e il grigiore di una quotidianità difficile appesantisce le tue giornate.
Per riportarti a gioire delle piccole cose e affrontare con un altro spirito anche questo periodo, vorrei riaccendere la tua curiosità e le tue passioni. Ecco perché, adesso più che mai, desidero raccontarti il “bello”: perché tu possa immaginare e soddisfare (anche se per il momento solo virtualmente) la tua voglia d’arte… e anche se dovrai attendere ancora, prima di visitare questa e tante altre mostre, nel frattempo avrai sognato un pò ad occhi aperti. Così, quando tornerai davvero a farlo, per il tuo cuore sarà una festa.
Questa installazione è una performance site-specific dal titolo: “La forma della memoria”. L’artista è Valentina Lucarini Orejon.
Una mostra all’interno una fonderia artistica
La limitata possibilità di spostamento magari ha suscitato in te anche il desiderio di scoprire le tante curiosità, che ci sono all’interno del nel nostro territorio… ti posso dire che la particolarità di questa performance è che si svolge in un laboratorio artistico: i locali della Fonderia Artistica Versiliese a Pietrasanta, in provincia di Lucca. E che il laboratorio, a sua volta, si trova all’interno di un polo artigianale.
Di questo posto anch’io, come te, ne avevo un’idea vaga prima di andarci… ti assicuro che di per sé merita una visita. E’ uno dei luoghi dove si realizzano materialmente tante di quelle meravigliose sculture dei nomi internazionali dell’arte… gli stessi che durante l’estate espongono in piazza del Duomo a Pietrasanta e nel mondo.
Appena arrivi ai cancelli all’ingresso, percepisci dai rumori incessanti di fondo, di trovarti in uno di quei posti che rimangono celati ai più: sono quelli dove si crea. Non trovi che siano i più interessanti?… uno di questi “dietro le quinte della scultura”, dove gli artisti portano i loro bozzetti, affidandosi alle mani esperte di questi artigiani, è la Fonderia.
Utilizza la tecnica della fusione a cera persa. La conosci?… si tratta di un procedimento fatto di vari step (poi te la racconterò più nei dettagli in un altro articolo), che ci porta a scoprire il bello che è frutto di una sapienza artigianale, che a sua volta deriva dall’esperienza e dalla passione.
La mostra – performance
Questa installazione si rinnova ciclicamente. L’artista infatti riutilizza dei cilindri di fusione, bozzoli irregolari di gesso e iuta, che si impiegano nel procedimento della fusione a cera persa. Su questi cilindri lavora e disegna. E poi, ogni volta, li distrugge e li accatasta.
Riciclando le “forme di fusione”, ovvero i bozzoli irregolari di gesso e iuta che si utilizzano nel procedimento a cera persa, Valentina ha creato un’opera multipla, assolutamente all’avanguardia, un vero e proprio organismo unico, composto da vari medium: video, disegno, performance e installazione.
L’artista ha accumulato, catalogato e scelto i cilindri di fusione, disegnando su di essi e accatastandoli gli uni sugli altri e andando a creare una stratificazione come antiche pergamene: dei totem del ricordo.
Il risultato è una performance, site-specific, che nella fonderia artistica ha trovato la sua casa madre, che l’artista ripete, ciclicamente, perché: “La perdita della memoria, equivale alla perdita dell’identità e questo è un viaggio in un tempo immaginato, dove i cilindri sono le mie pagine bianche e io sono il medium di memorie disperse”.
Ci pensi?… ogni giorno che viviamo su questa terra, produciamo ricordi. Vanno a depositarsi in una stratificazione continua e incessante a cui noi continuamente attingiamo per poter continuare a vivere… ogni ricordo è impregnato di racconti e di immagini create dalla coscienza, ma anche da ombre, di cui non conosciamo né la forma né la provenienza.
Il testo dell’artista
L’artista è anche autrice del testo che forma parte integrante dell’opera e della performance, del quale ti riporto i passaggi più significativi:
“La Forma della memoria: è quasi una rievocazione, un rituale ancestrale attraverso il quale riconosco, annoto e mi faccio da tramite, fino a farne comparire i segni: sono volti dagli occhi socchiusi o dagli sguardi inquisitori, corone di mirto, panneggi abbandonati, animali silvani e sfuggenti, oggetti in disuso, incubi… tutti quanti trovano posto in una vasta composizione, in una grande installazione perpetua e sempiterna, come il tempo che la crea… e mentre passeggio in mezzo ai miei cilindri, eretti come edifici del tempo che fu o come tronchi di sequoie in una foresta, mi rendo conto che i ricordi del mondo, anche quelli di vite che non sono la mia, fanno parte di una memoria collettiva e complessa, si affastellano gli uni sugli altri creando cumuli, blocchi e strati di materia, rimembrandoci che siamo una piccola parte del tutto.”
“Cylinders, Mnemonic totems. The shape of memory as a symposium and condensation of shapes” è il titolo dell’installazione e anche un video su Youtube: https://youtu.be/54sZC_93UJQ
Per prenotare una visita (appena questo sarà possibile) puoi contattare Valentina: contact@valentinalucariniorejon.com e per avere altre info sul suo lavoro, visita il suo sito.
Vorrei anche raccontarti di come si realizza materialmente una scultura, dal bozzetto al risultato finale: quello che è il lavoro vero e proprio di una fonderia artistica…
… ma questa è un’altra storia e te ne parlerò un’altra volta.
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